L’allarme è stato lanciato dal nuovo report dell’Osservatorio voluto dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi, vicecapo della Polizia e direttore della Criminalpol.
La criminalità organizzata sta guardando con sempre maggiore interesse ai crediti deteriorati delle banche, ovvero gli Npl (non-performing loans).
Secondo il report, infatti, il timore è che organizzazioni criminali si possano inserire «nel settore del “servicing”, ossia dei servizi di gestione, incasso e recupero di questi crediti, per conto dei grandi investitori istituzionali». Il rischio è che l’acquisto di non performing loans, aumentati a causa della crisi economica acutizzata dalla pandemia da Covid-19, possa ingrossare un altro canale, già esistente, di penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico del Paese.
«Ormai è la speculazione sui mercati finanziari ad offrire alla criminalità organizzata, e soprattutto alla ’ndrangheta, i maggiori margini di profitto», dice il prefetto Vittorio Rizzi che guida il nuovo Organismo di monitoraggio del rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia. «Permette infatti di riciclare il denaro sporco proveniente dalla droga, acquistando posizioni creditorie nei confronti delle imprese e, in prospettiva, asset proprietari nelle compagini societarie, nel settore turistico, della ristorazione e del commercio», spiega il Prefetto Rizzi.
Oggi più che mai il lavoro del recupero crediti necessita di grande professionalità, attraverso la selezione, a monte, delle aziende che svolgono con serietà questa professione e grazie ad una azione di monitoraggio da parte degli organi competenti, tale da permettere anche una maggiore tutela, non solo del tessuto economico, ma anche delle aziende e degli operatori che da anni operano nel settore.
Leonilde Gambetti