Paese che vai, recupero crediti che trovi. Recuperare i crediti in Inghilterra (post brexit).

Il sistema legale britannico presenta un orientamento al recupero dei crediti neutrale. Né dalla parte del creditore, né con il debitore. In Inghilterra vi sono due modalità per avviare una procedura giudiziaria nei confronti di un debitore.

La prima è un’ingiunzione di pagamento che si concluderà con la formulazione di un decreto obbligatorio. Tutto ciò in tempi rapidi e costi contenuti.

La seconda modalità è la realizzazione di un processo ordinario ad accertamento pieno che si concluderà con una sentenza di merito quando il credito è contestato fin dalla fase stragiudiziale. Tale sentenza si suddivide in un sistema per piccole somme, fino a 5.000 euro, e un sistema per crediti superiori a 5.000 euro.

Il debitore disporrà di 4 settimane per contestare la sentenza. In mancanza della contestazione il creditore ottiene un titolo esecutivo con il supporto di un ufficiale giudiziario o di un altro pubblico ufficiale.

In Inghilterra i tempi dei processi sono molto lunghi e comportano (per le parti in causa) costi alti. Tutto il mondo è Paese!

Tuttavia vi è una seconda possibilità per recuperare i crediti. Se il debitore non dovesse adempiere al pagamento entro 21 giorni dalla notifica verrà considerato insolvente. Pertanto il creditore potrà presentare al tribunale una richiesta di fallimento. La richiesta di fallimento è sovente utilizzata per praticare una stretta psicologica sul debitore.

Il recupero crediti e le relazioni tra l’Unione europea e il Regno Unito nello scenario post Brexit. Cambiamenti in vista?

Tutto ciò sarà oggetto di dibattito e di studio in merito al recente accordo post Brexit (25 Novembre 2018) Unione europea – Regno Unito. Al termine di un negoziato sfibrante, a circa due anni e mezzo dal referendum su Brexit, Unione europea e Regno Unito hanno raggiunto un accordo. Tale accordo, di recesso e sul futuro rapporto Unione europea/ Regno Unito, verrà discusso nelle rispettive sedi istituzionali: il Parlamento europeo e il Parlamento di Westminster. Nel corso del periodo di transizione, fine Marzo 2019 e tutto il 2020, le relazioni economiche tra Ue e Regno Unito rimarranno immutate. Londra, ad esempio, rimarrà nel mercato unico.

Altro aspetto importante è quello relativo allo status dei 3 milioni di cittadini europei residenti nel regno Unito post referendum e dei milioni di cittadini britannici presenti nella Unione europea. Questi manterranno i loro diritti, mentre una diversa gestione dei futuri flussi migratori tra Unione europea e Regno Unito si determinerà alla conclusione del periodo di transizione (Marzo 2019 – tutto il 2020).

Fonti:

https://www.invenium.it/recupero-crediti-inghilterra/

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/brexit-e-vero-accordo-21641