Oltre alla gogna pubblica, una delle pratiche per punire i debitori usate nell’antichità e molto in voga fino al medioevo, era l’imposizione del berretto verde, un vero e proprio marchio affinché tutti potessero riconoscere, in ogni momento e a prima vista, l’insolvente.

Una sorta di CRIF ante litteram.

I debitori falliti dovevano indossarlo obbligatoriamente per tutta la vita in modo che fossero riconoscibili fin da subito come individui inaffidabili.

Chi ne fosse trovato sprovvisto veniva punito con la morte. Nel medioevo la stessa influente congregazione dei mercanti, anche se cominciava a mal digerire queste punizioni diffamatorie, non ne chiese la rimozione perché le riteneva comunque una garanzia per chi faceva affari con affidabilità.

Secondo una interpretazione, anche Giotto ci da una testimonianza della pratica del berretto verde, inserendolo in una delle 28 scene del ciclo di affreschi delle Storie di San Francesco della Basilica superiore di Assisi. Nell’affresco San Francesco dona il suo mantello ad un ricco cavaliere, come si evince dall’abito rosso di buona fattura, ma ci comunica che è caduto in disgrazia e infatti indossa il famigerato berretto verde.

Questa è una delle diverse ipotesi sulle origini del detto “essere al verde”, frase usata abbondantemente anche oggi per indicare un qualunque momento di penuria, anche occasionale. Esistono anche altre ipotesi sulla derivazione di questa espressione.

Ne parleremo prossimamente.

Studio Corvi