Luoghi e riti nel recupero crediti nell’antichità

Abbiamo già scritto su queste pagine di come le Pietre dello Scandalo fossero dei basamenti sui quali i debitori venivano messi alla berlina e costretti a fare pubblica ammenda.

Ma dove erano ubicate queste Pietre e quali erano i riti che vi si celebravano?

Erano manufatti presenti in tutta Italia proprio perché, nell’antichità, quella di esporre al pubblico ludibrio il debitore era pratica alquanto diffusa e molti di essi sono ancora visitabili e ben conservati.

Probabilmente una delle Pietre dello Scandalo più famose è quella di Firenze. Nel ‘400, nella città dei mercanti e dei banchieri, il fallimento era un’ignominia, un’onta da punire in modo umiliante e in un luogo altamente simbolico.

Quella che si vede ancora oggi a Firenze è un rifacimento del 1838 e le guide turistiche la inseriscono negli itinerari da visitare spiegando ai turisti come i due detti popolari “essere con il culo per terra” e “essere sculati” derivino proprio dal rituale dell’antica condanna dal nome evocativo che ivi si consumava: “l’Acculata”.

Tale pietra è un cerchio composto da sei spicchi di marmo che rappresenta, in dimensioni reali, la ruota del Carroccio, simbolo della legalità.

La pena dell’Acculata si svolgeva nella Loggia del Porcellino. Qui, nelle ore di punta, le guardie portavano il condannato alla presenza del Magistrato del Bargello, il quale doveva scandire a gran voce il nome del moroso e il motivo della punizione in modo che tutti in città fossero informati e messi in guardia della disonestà dell’imputato. Dopodiché al debitore venivano calate le braghe e, afferrato per braccia e gambe, si faceva oscillare sulla folla che si divertiva a sbeffeggiarlo. Veniva infine sbattuto con forza sulla pietra, secondo il rituale previsto dallo statuto dei mercanti che riportava la punizione da dare ai debitori, con le seguenti parole: “Ostendendo pudenda et percutiendo lapidem culo nudo”.

Leonilde Gambetti

 

Foto presa da https://www.mercatodelporcellino.it/