A quarant’anni dalla messa in scena di Haute surveillance di Jean Genet, interpretato nel 1982 in occasione della 25ma edizione del Festival dei Due Mondi da sei detenuti provenienti da Rebibbia e diretti dal regista Marco Gagliardo, la compagnia #SIneNOmine porta in scena lo spettacolo Tempo libero presso la Casa di reclusione di Maiano di Spoleto.
La rappresentazione, diretta da Giorgio Flamini è incentrata sul trascorrere del tempo attraverso una serie di tableaux vivants, in perfetta coerenza con lo stile del regista, che si snodano fra racconti del passato, profezie, canti, musica e danza.
Al di là del muro, dove il tempo pare sospeso, un bosco umano accoglie il pubblico. I personaggi di tante storie sono cespugli vivi nel tempo e nello spazio. Le parole ascoltate sono quelle eterne di poeti e scrittori che in bocca a nuovi attori si rinnovano di senso.
I testi sono ispirati ad alcune opere della narrativa classica come Il Castello dei destini incrociati di Italo Calvino, Lettera U di Iginio Ugo Tarchetti, opere di William Shakespeare, Il teatro dell’obbligo di Karl Valentin, alcuni versi di Federico García Lorca, ma ci sono anche i testi scritti dai detenuti della Casa di Reclusione di Spoleto.
La Casa di reclusione è una città nella città, che in questa occasione diventa un enorme palcoscenico in cui si muovono circa 100 persone, tra detenuti, attori, drammaturghi, musicisti, cantanti, scenografi, scenotecnici, macchinisti, di Media e Alta Sicurezza ristretti nella Casa di Reclusione di Spoleto.
E anche il pubblico, numerosissimo, sembra far parte di questa grande rappresentazione corale dall’altissimo valore sociale.
Alla prima del 7 luglio anche Giove pluvio, signore della pioggia e delle tempeste, sembra assistere allo spettacolo e attende la fine, tra gli applausi del pubblico, per scatenare un acquazzone che è come un sipario che si chiude quando gli attori escono di scena, mentre la pioggia purificatrice lava via giornate di caldo asfissiante.
Per i collaboratori di Studio Corvi è stato un piacere poter assistere allo spettacolo che non ha mancato di generare numerose riflessioni su questa realtà presente nella nostra città.

Je est un autre

Tempo libero rientra fra le iniziative organizzate in occasione della VII Giornata Nazionale del Mondo che non c’è, a cura del CESP – Rete delle scuole ristrette, dal titolo “IO è un altro” che si rifà alla celebre affermazione di Arthur Rimbaud “Je est un autre”. Con “Io è un altro” Rimbaud ha voluto indicare il disorientamento dell’uomo che ha perso la propria identità ed è “agito” da un “altro” che lo sconvolge. Questo smarrimento è altrettanto esemplificativo dell’esistenza di coloro che, privati della propria libertà personale, si ritrovano ristretti in istituzioni nelle quali tale dimensione è l’unica cifra.

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