Il comparto del recupero crediti è in buona salute

A dirlo è l’XI Rapporto di UNIREC, l’associazione che riunisce circa 200 aziende, pari all’80% del settore in Italia.

Tirando le somme nel 2019 i ricavi complessivi delle imprese associate all’Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito si sono attestati a 1.130 milioni di euro, con una crescita media annua pari al 2% rispetto al 2018.

Il comparto è caratterizzato da un ristretto gruppo di imprese di grandi dimensioni, spesso focalizzate sul conto proprio, e affiancate da numerosi operatori di piccole e medie dimensioni specializzati nel conto terzi. In riferimento ai dati di bilancio del 2019 registra un vivace aumento dei ricavi.

Il valore complessivo dei crediti affidati nel 2020 alle imprese associate Unirec per il recupero crediti è di 149 miliardi, in aumento del 13% rispetto al 2019.

E se da una parte Unirec registra per la prima volta negli ultimi 5 anni una flessione nel 2020 dei crediti affidati per Conto Terzi, dall’altra evidenzia come la performance di recupero, in quel settore, sia in crescita e si attesti complessivamente su 11,2 miliardi, grazie soprattutto ai servicer specializzati in NPL.

Gli effetti della pandemia

L’aumento di crediti recuperati probabilmente va collegato agli effetti derivanti dalle misure contenitive della pandemia messe in campo dal governo. Il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione generalizzata, infatti, ha generato un pesante crollo dei consumi e ha costretto gli italiani a risparmi forzati, come si evince dall’aumento record dei depositi bancari. Una situazione che ha permesso una maggiore disponibilità al pagamento.

Come sono suddivisi i crediti

In relazione alla suddivisione dei crediti emerge che in termini di importi affidati per Conto Terzi, i comparti utility, finanziario e bancario rappresentano il 94% con una prevalenza del settore bancario (55%), mentre per quanto riguarda il numero di pratiche i settori più rilevanti sono le utility, Tlc, PA e commerciale (60%), in continuità con quanto rilevato nel 2019.

Il dato per regioni

A livello geografico Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia occupano i primi quattro posti nella classifica degli importi affidati, con il 46% del totale. Mentre le performance per importi recuperati vedono la Lombardia stabile al 10% e il Lazio (11%), la Campania (12%) e soprattutto la Sicilia (14%) in netto miglioramento rispetto al 2019.

Il numero di pratiche

Nel 2020 il Conto terzi Cessionario ha originato circa 6,4 milioni di pratiche, in aumento rispetto ai 6 milioni del 2019 per un controvalore complessivo affidato di 47,7 miliardi di euro, in decisa crescita rispetto ai 37,6 miliardi del 2019.

Phone Collection agevolato dalla pandemia

Le limitazioni alla mobilità e ai contatti personali imposte dalla pandemia, hanno portato nel 2020 all’utilizzo prevalente della Phone collection, ovvero della gestione delle pratiche via telefono, sia per il Conto terzi Originator (83%) che per il Conto terzi Cessionario (61%).

Aging superiore ai 3 anni

La pandemia ha anche impattato il settore del recupero crediti per quanto riguarda l’aging, ovvero il tempo trascorso dal momento della manifestazione dell’insolvenza, facendo registrare nel 2020 un crollo delle posizioni fresche (-14%) e una crescita importante delle pratiche di crediti NPL. L’analisi sul flusso dei crediti acquistati nel 2020, infatti, evidenzia una maggior concentrazione sulle anzianità superiori ai 3 anni (80% degli importi).

La considerazioni di Francesco Vovk, Presidente di Unirec sui primi dati sul 2021

«Dai dati raccolti nei nostri market watch, nel 2020 abbiamo notato un forte rallentamento della crescita delle masse affidate per conto terzi, soprattutto nelle fasi di early collection e per effetto delle moratorie. Tale tendenza sembra stabile anche nei primi mesi del 2021, occorrerà attendere le decisioni politiche che verranno assunte nei prossimi mesi per capire se si tratterà o meno di un trend che riguarderà tutto il 2021 – spiega Francesco Vovk, Presidente di Unirec. – Le nostre aziende gestiscono crediti per un valore complessivo di poco inferiore al pacchetto di riforme presentate dall’Italia nell’ambito del PNRR. Le associate hanno lo scopo di cercare soluzioni condivise tra debitori e aziende committenti al fine di riportare le posizioni in bonis nel caso di arretrati di pagamento e negli altri casi di individuare piani di rientri sostenibili, che evitino ai debitori maggiori aggravi di spese che attività di tipo giudiziale comporterebbero. A tal proposito l’apporto del comparto risulta centrale anche e soprattutto in un periodo eccezionale come quello che stiamo vivendo, per garantire il circolo virtuoso dell’economia e la resilienza delle aziende italiane».

.