Continua il nostro viaggio alla scoperta delle curiosità nel mondo del debito nella storia. Molti conoscono Sant’Antonio da Padova, uno dei santi più venerati al mondo, ma forse è poco nota la sua intercessione a favore dei debitori.

Quando Padova era un libero Comune, i debitori che non potevano pagare i propri debiti erano condannati al carcere a vita. Per intercessione di Sant’Antonio questa legge venne modificata nel 1231, tre mesi prima della sua morte, e il Badoero, podestà di Padova, ordinò che grazie al venerando frate Antonio nessuno per alcun debito fosse carcerato.

La pena venne così sostituita con la berlina sulla pietra del vituperio e con l’esilio. La pietra, detta anche del fallimento, è un blocco di porfido nero su una base quadrata a tre gradini e all’epoca si trovava all’angolo del Palazzo delle Debite, che ospitava il carcere, ma dopo la richiesta di Sant’Antonio fu portata al centro della sala del Consiglio Maggiore nel Palazzo della Ragione, dove il debitore fallito veniva esposto in mutande al pubblico per ben tre giorni, dopo avergli confiscato ogni suo bene, compresi gli abiti che venivano probabilmente spartiti fra i suoi creditori. Da qui il detto “restar in braghe de tela” o anche “restare in mutande”.

Dopodiché il debitore doveva lasciare la città senza farne mai più ritorno e qualora fosse rientrato senza il consenso dei creditori, sarebbe stato nuovamente costretto a sedere sulla “pietra del vituperio” e in più gli sarebbero stati gettati addosso tre secchi d’acqua.

Leonilde Gambetti