Districarsi tra le dichiarazioni degli scienziati e degli esperti in questi ultimi mesi è stato complicato. La scienza sta indagando un evento eccezionale, completamente nuovo, è quindi abbastanza frequente il susseguirsi di dichiarazioni contrastanti, seguite da conferme e smentite in una altalena che ha creato spesso confusione e a volte anche un clima di sfiducia.

Non siamo qui per supportare una tesi o l’altra, lasciamo il dibattito agli esperti, ma ci è sembrata interessante la proposta dell’epidemiologo Vespignani perché investe un mondo che è anche il nostro. Quello dei call center.

E ne parla in relazione al Covid e in modo particolare in riferimento alla app Immuni. Alessandro Vespignani, 55 anni, romano, è uno dei massimi esperti nel mondo di epidemiologia computazionale e dirige a Boston il «Laboratory for the modeling of biological and Socio-technical Systems», alla Northeastern University.

Quello che propone è un call center nazionale collegato all’app di contact tracing Immuni. “Non so se siete ancora in tempo per far funzionare davvero Immuni – ha detto lo scienziato – ma so che è obbligatorio provarci. Se pensiamo che le uniche armi contro il virus siano le mascherine e tenere le persone chiuse in casa, stiamo sbagliando tutto. Ma se sbagliare quando arrivò la prima ondata era scusabile, ora no, ora non ci sono scuse”. “Quello che manca a Immuni – ha dichiarato Vespignani – è il cosiddetto supporto post vendita. Ovvero, ho l’app e poi che succede? Ho qualcuno con cui parlare? Posso contattare un medico più velocemente? Posso fare subito un test? Senza queste cose la app fa addirittura paura.

Ti arriva una notifica di un contatto a rischio e sei solo. Come si può pensare che le tante aziende sanitarie regionali, già sotto stress per il virus, si facciano carico anche di questo compito con le stesse persone. Chi le ha formate? Era il momento per assumere studenti, o disoccupati, e addestrarli a stare in un call center di questo tipo. Si dovevano creare i navigator del Covid”.

Secondo Vespignani, gli addetti del call center dovrebbero aiutare i cittadini che chiamano dopo aver scoperto di essere stati in contatto con un positivo al Covid. Come? “Facendoti fare subito il test. Le file che ho visto in Italia sono una follia.

Ci sono modi semplici per gestirle: il contact tracer che ti risponde al telefono può darti l’ora esatta in cui farai il test. Oppure lo prenoti via Immuni.

In Germania lo fanno già”, ha concluso Vespignani.

Ed è di queste ore l’approvazione del decreto legge 137 che prevede di “integrare il sistema di tracciamento regionale della app Immuni con un supporto telefonico nazionale e gli operatori potranno caricare il codice chiave in caso di positività”.

Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante il question time alla Camera, affidando l’organizzazione del servizio al commissario straordinario Arcuri.